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La speranza, una carezza di eternità I

In occasione del webinar che si è svolto il 26 novembre 2020 nell’ambito di Pisa X Festival Dottrina Sociale (DSC) “Vivi adesso il tuo futuro. Scienza & Amore “ l’avv. Giuliano Maffei, Presidente della Fondazione Stella Maris è intervenuto su un tema di grande attualità “La Speranza, una carezza di eternità”. Un intervento che rientra a pieno titolo nel Progetto culturale ed educativo “Conosci te stesso: viaggio nell’uomo incontro all’Uomo”. Riproponiamo qui la prima parte del testo completo. 

Buongiorno, sono Giuliano Maffei, il Presidente della Fondazione Stella Maris- Irccs, Istituto scientifico, di assistenza e riabilitazione, che si occupa di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza da oltre 60 anni, ossia di quelle malattie del cervello e della mente che intaccano profondamente la dignità ed il valore dell’essere umano.

Stare a Stella Maris mi fa sentire parte di una storia piu’ grande che affonda le proprie radici nella notte dei tempi, in quella Sapienza e in quell’Amore universali che viaggiano nel tempo, per alcuni senza senso e per altri così ricchi di significati.

In Istituti come il nostro giungono bambini, ragazzi e genitori con grandi sofferenze,  spesso disperati perché improvvisamente gli è scoppiata una bomba atomica in casa e vedono i loro progetti di vita saltati in aria, caduti nel buio.

Quindi, è molto importante prendersi cura di loro per dargli una Speranza di guarigione e/o di miglioramento della qualità della vita.

Ma che cos’è la Speranza? E’ forse un farmaco? Dove si trova? 

E’ possibile acquistarla in Farmacia, in un negozio, in un centro commerciale o, magari, on line?

Oppure, la SPERANZA è qualcosa di così invisibile ed impalpabile che si può trovare solo in qualche luogo speciale, in qualche persona speciale, in qualche libro speciale, in un museo o, addirittura, in una musica o in una canzone che, improvvisamente, ci acchiappa l’anima alle spalle e ci fa battere il cuore?

Mah, chissà come funziona questo misterioso meccanismo della Speranza.

Quali sono le alchimie o le leggi fisiche, biologiche, psicologiche, filosofiche, teologiche o spirituali che lo regolano?

Non lo so’ con certezza, ma qualcosa ho trovato e ve lo racconto.

Posso solo testimoniare la mia esperienza di vita affidata alla Speranza (ho 62 anni), e quella a Stella Maris per riflettere ad alta voce ciò che ho percepito, sentito o visto in qualche misterioso lampo ispirativo.

Da noi a Stella Maris la Speranza è in azione.

Di questo sono sicuro perché me l’hanno confermato le tante persone che ho incontrato, che sono state da noi assistite o che ho portato in visita.

Si intuisce che lo sia, anzi, si percepisce e si sente proprio psicofisicamente dentro le nostre cellule, non solo con  il sesto senso interiore, quello del Cuore, ma anche con l’intelletto, ossia con la Ragione. Sono belle ed incredibili sensazioni.

D’altronde, non può che essere così visto che quotidianamente operiamo nel mistero del cervello e della vita, ossia in quel piccolo spazio di due cm che separa il dito di Adamo da quello di Dio nel magnifico affresco “La creazione di Adamo” di Michelangelo Buonarroti (1511) nella volta della Cappella Sistina, nei Musei Vaticani.

Alcuni anni fa ho avuto l’onore di conoscere il grande filosofo Remo Bodei a cui, ovviamente, chiesi se avesse scoperto il senso della vita e della sofferenza e, quindi, di lasciarmi in merito qualcosa di importante rintracciato nella sua enorme speculazione filosofica, che l’aveva portato a leggere e studiare tutto ciò che si doveva leggere e studiare, al fine di poterlo poi donare  a mia volta alle persone che ne avessero auto bisogno.

Lui mi disse : “L’Uomo non può vivere senza speranza”.

Fu un grande regalo perchè questo ci aiuta a meglio comprendere in quale direzione andare su tutti i campi della vita, del vivere quotidiano. E’ importante sapere come siamo fatti nelle nostre profondità. Se non sappiamo che l’essere umano è fatto di corpo, di mete e di una grande parte spirituale (anima spirituale), sbagliamo ogni approccio con lui, sbagliamo addirittura la formazione delle leggi e, quindi, costruiremo una Società civile contro di lui, non costruiremo mai appieno il Bene comune perché manca la visione integrale dell’uomo.

Pensate che Dante, ancora prima del Prof. Bodei, nella sua mistica e contemplativa Commedia ci aveva descritto l’ingresso dell’Inferno con un bel cartello:

“ Perdete ogni speranza voi che entrate “.

Aveva già intuito, nel silenzio del 1200, che l’assenza di Speranza avrebbe distrutto non solo l’umano, ma  annientato l’essenza più profonda dell’uomo, il suo senso più alto e divino. Avrebbe gettato l’uomo, privato della ricerca di un orizzonte di progettualità e di senso della vita e, quindi, della  luce, nella più completa disperazione.

Non bisogna far morire la Speranza!

“Non bisogna sottovalutare la speranza – mi disse Bodei – essa è come l’aria: inodore, insapore, invisibile e impalpabile, ma senza di essa non potremmo respirare, ossia progettare, pensare. Immaginare, sentire. Simili alla “candida colomba” kantiana, che crede di volare meglio se non incontra la resistenza dell’aria, il pensiero e l’azione possono avanzare solo perché sostenuti dalla corrente ascensionale dei desideri e dell’impegno. Avanzano proprio perché non si muovono nel vuoto, perché sorretti da aspettative latenti in attesa di essere realizzate. E voi cercate, nel vostro campo, di realizzare la comune speranza di una vita più libera, degna e felice“ .

Ma se così è a questo punto si passa al secondo step.

Dove trovo la più alta dignità, il più alto valore dell’essere umano che lo aiuti a realizzare se stesso al fine di raggiungere una vita felice?

In poche parole, come si può riempire di contenuto la parola Speranza e ritrovare quella lucina che anche flebilmente brilla nel buio più profondo?

Come possiamo essere messaggeri e cercatori di speranza?

Nel nostro caso, seguendo una visione molto laica delle cose e, quindi, molto orizzontale, non ho particolari problemi ad affermare che a Stella Maris abbiamo la grande Scienza, la grande Tecnologia del 7Tesla, eccezionali professionisti con grandi capacità diagnostiche, la grande ricerca scientifica anche su malattie rare, assistenza ecc…e che tutto ciò offre davvero una grandissima speranza  alle famiglie.

Ma tutto questo è sufficiente a raggiungere il 100% di Speranza?

Perché è alla Speranza anche contro ogni Speranza che dobbiamo mirare.

Secondo me non è sufficiente! Non basta!

Al massimo, proprio per la stima che ho verso i miei collaboratori, possiamo giungere al 98% di Speranza. Ma la mancanza di questo 2% mi fa ricordare che la differenza tra il Dna dello Scimpanzè con quello dell’uomo è proprio il 2%.

Fa la differenza, senza nulla togliere alla simpatica scimmia. Allora, non si potrà mai arrivare al 100%?

Penso che la Speranza sia soprattutto un’inclinazione dell’Anima e, quindi, che si possa raggiungere il 100% solo se facciamo ricorso alla parte spirituale di cui noi esseri umani siamo composti.

Se questa parte non ci piace, o riteniamo che non esista, allora ci dovremo accontentare del 98%, che è pur sempre una bella Speranza.

Ma se ci piacciono le cose buone, un po’ più complete, allora dobbiamo essere laicamente ancora più progressisti e chiedere alla Ragione, ossia a quella con la R maiuscola che, sapendo di non sapere tutto, conosce anche i suoi limiti, di essere umilmente e straordinariamente rivoluzionaria e, quindi, di mettersi  in ascolto di tutti compresa quella vocina del cuore che, peraltro, essendo nato prima del cervello ed avendo esso stesso alcune cellule neuronali nonchè produttore di ossitocina (empatia – anche se in misura minore del cervello) ha ben diritto di essere ascoltato. Il cuore ha ragioni che la ragione non comprende, se non si apre a lui .

Solo così, lasciando anche il Cuore aperto alla Ragione, e viceversa, con questo sguardo folle da innamorati mano nella mano, con la Ragione e con il Cuore, penetriamo nell’essenza più profonda dell’uomo, delle cose ed in quella relazione di amore e di aiuto che da sempre, dalla notte dei tempi, tutto lega.

Ossia, attraverso delle finestrine di luce primordiale che, improvvisamente ed inaspettatamente, si aprono, penetriamo in qualcosa di incredibile, forse, nel mistero della vita.

Così facendo, per qualche attimo, riusciamo a percepire, ed a volte anche ragionevolmente vedere e comprendere con chiarezza, il complesso meccanismo che regola ciò che non si vede, ossia quella parte così essenziale e preziosa che è invisibile agli occhi (il nodo d’oro che tutto unisce, come ricorda Exupery nel Piccolo Principe).

Arriva anche una incredibile chiarezza di idee, di benessere, di gioia e di bellezza che ci fanno sentire, sperimentare e sperare di essere dentro un’Armonia universale di Amore immanente e trascendente allo stesso tempo.

Ci sentiamo amati e questa sensazione così reale di gioia porta con sé la grande Speranza CHE DA UN SENSO ALLA NOSTRA VITA.

Provare per credere.

 (segue II)

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